Il NurSind: «Colpa della disorganizzazione e del poco personale»

TERAMO – E’ molto probabilmente frutto di disorganizzazione oltre che di carenze organiche, secondo il sindacato ospedaliero NurSind, il decesso del pensionato 74enne al pronto soccorso del Mazzini. Esorcizzando il rischio che a pagare in questa vicenda possa, come al solito, l’infermiere, il segretario provinciale Giuseppe De Zolt, torna a sottolineare «che da molto tempo segnaliamo come persistano situazioni di carenze organiche, ma onestamente anche di disorganizzazione. L’infermiere in Pronto Soccorso, addetto nel proprio turno al triage (all’accettazione e prima valutazione del paziente), oltre a vivere un pesante carico di lavoro dovuto ai numerosi casi clinici che potrebbero e dovrebbero evitare l’accesso al Ps (molti dei quali dovrebbero essere correttamente smaltiti e risolti col ricorso al medico di famiglia od alla guardia medica), vive un disagio professionale notevole». Per NurSind  «l’organizzazione del lavoro non ha strutturato il processo di smistamento (ovviamente anche a causa delle carenze organiche), in modo da evitare che si creino tali criticità. L’infermiere addetto al triage diventa infatti il ‘collo dell’imbuto’ sul quale ricadono di fatto le responsabilità più gravi e spesso non ha il supporto e la supervisione del medico, in caso di necessità, per gestire le accettazioni ed i pazienti in attesa». A titolo di esempio si ricordano gli episodi di aggressioni verbali e a volte anche fisiche, subite dagli infermieri al triage, in quanto «unico ‘sportello’ aperto a cui l’utenza si rivolge direttamente». «Riteniamo ed insistiamo – scrive De Zolt – sulla necessità che in Pronto Soccorso a Teramo, e nel resto della provincia, siano create le condizioni per le quali il paziente che giunga al Servizio con mezzi propri venga immediatamente valutato attraverso la rilevazione dei parametri vitali necessari al suo specifico sospetto clinico, realizzando così un inquadramento immediato del paziente fondato su dati oggettivi e non solo sulle impressioni o sugli elementi riferiti dal paziente stesso: questo consentirà di prevenire molte situazioni critiche ed anche l’attuazione del ben più rapido avvio di esami diagnostici, che potranno precisare meglio la situazione».  Critiche vengono mosse anche al “modus operandi" dei medici di pronto soccorso: «E’ indispensabile cercare di capire il perché di lungaggini incredibili dal momento dell’accesso al Ps di cui, però, sembra pagare le conseguenze solo o soprattutto – col paziente – l’infermiere del triage! Ma lasciamo alla saggezza ed alla indiscussa capacità dei dirigenti sanitari l’analisi di questo aspetto, i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti».